Amianto: perché è molto pericoloso
Da diversi anni si sa che l’amianto è un materiale nocivo per la salute dell’uomo, in particolare ritenuto causa di mesotelioma pleurico (una forma di cancro con alte percentuali di mortalità); questo accade perché l’amianto rilascia fibre tossiche potenzialmente inalabili. Le fibre dell’amianto, molto sottili e tendenzialmente invisibili a occhio nudo, possono essere inalate quando l’eternit si degrada.
L’amianto si presenta sotto due forme: friabile e compatto.
L’amianto friabile è uno dei materiali più pericolosi (sbriciolabile con una semplice pressione manuale) perché può liberare fibre spontaneamente, soprattutto se sottoposto a vibrazioni o se danneggiato nel corso di interventi di manutenzione.
L’amianto compatto invece è ritenuto meno pericoloso, in quanto considerato duro e sbriciolabile solo con l’impiego di mezzi meccanici.
La legge che regolamenta la gestione dell’amianto
La legge che sancisce i dettami inerenti alla gestione dell’amianto in Italia è la n.257 del 1992.
Quest’ultima ha messo al bando tutti i prodotti contenenti amianto vietandone l’estrazione, l’importazione, la produzione e la commercializzazione.
Sempre la legge n.257 del 1992 regolamenta il processo di dismissione e prevede disposizioni specifiche per il controllo delle imprese impegnate nella gestione dell’amianto: lavorazione, manutenzione, bonifica e smaltimento.
I termini previsti dalla legge per lo smaltimento
Il Parlamento Europeo ha fissato per il 2028 il termine ultimo per la bonifica dell’amianto.
Metodologie e procedure per la bonifica dell’amianto
Innanzitutto, cosa significa bonificare un’area contaminata?
Bonificare significa provvedere all’annullamento degli effetti dannosi del materiale contaminante, quindi impedire che le fibre di amianto si possano liberare nell’aria andando a minacciare la salute dell’uomo.
Per la rimozione dell’amianto è necessario eseguire una specifica prassi:
- effettuare delle indagini preliminari con relative analisi ambientali
- redigere un piano di lavoro da sottoporre agli uffici A.S.L. di competenza
- rimozione e confezionamento dei rifiuti secondo lo standard di legge
- trasporto e smaltimento rifiuti in discariche autorizzate
- monitoraggio post bonifica
- coperture
La legge riconosce validi tre metodi di bonifica dell’amianto, da adottare a seconda del grado di conservazione e pericolosità dell’oggetto contenente l’amianto: il confinamento, l’incapsulamento e la rimozione.
Il confinamento prevede che i materiali contenenti amianto vengano messi in sicurezza e confinati con manufatti rigidi di opportuna forma mediante tecnica apposita, con lo scopo di garantire una maggiore durabilità dell’oggetto contenente amianto.
L’incapsulamento è una tecnica di confinamento che si attua mediante il cospargimento dell’oggetto da bonificare con prodotti liquidi penetranti o ricoprenti che andranno così ad inglobare le fibre di amianto.
La rimozione infine consiste nell’asportazione dei materiali contenenti amianto dall’edificio contaminato e nella loro trasformazione in rifiuti.